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Dieta del gruppo sanguigno

ed intolleranze alimentari

Nel corso dei secoli, innumerevoli diete sono apparse e scomparse, ma nessuna ha resistito all’usura del tempo, perché nessuna poggiava su basi scientifichesolide.
Il lavoro di Peter D’Adamo e di suo padre James rappresenta una svolta importante poiché dimostra come intuizioni vagliate attraverso un minuzioso e rigoroso procedimento scientifico possono cambiare il corso della medicina.

(Joseph Pizzorno, Presidente dell’Università Bastyr di Seattle)
Secondo il dottor D'Adamo “ogni gruppo sanguigno contiene il messaggio genetico relativo alle modalità di alimentazione e di comportamento tramandato dai nostri predecessori e molte di queste caratteristiche ci influenzano ancora oggi.

In questo contesto, le intolleranze alimentari rappresentano l'incapacità di soggetti appartenenti ad un determinato gruppo sanguigno di digerire normalmente certi alimenti per la presenza di sostanze dannose, capaci di innescare fenomeni minimi di agglutinazione che sommandosi nel tempo possono esitare in varie espressioni di malattia.
Per identificare le sostanze verso cui si è intolleranti si propone di fare riferimento al proprio gruppo sanguigno, espressione dell'adattamento della specie umana ad un determinato contesto alimentare che ha consentito la sopravvivenza ai nostri antenati, ma che continua a condizionarci.
Le stesse reazioni gravi di agglutinazione, che mettono in pericolo la vita di soggetti che ricevono trasfusioni da persone di un gruppo sanguigno incompatibile, si verificano, anche se in misura minima ed impercettibile, quando introduciamo alimenti ricchi di sostanze con struttura chimica simile agli antigeni del sangue incompatibile, capaci di indurre fenomeni dannosi progressivi.

La cosa più sorprendente consiste nel fatto che i singoli gruppi sanguigni si differenziano moltissimo per quanto riguarda la digestione e i meccanismi di difesa propri del corpo.
James D'Adamo aveva già scoperto negli anni '50 che, in alcuni pazienti, una dieta esclusivamente vegetariana e povera di grassi non alleviava i disturbi, bensì peggiorava ulteriormente il loro stato generale.
Dopo anni di studio ed osservazione negli anni '80 James D'Adamo rese pubbliche le sue scoperte, ma sarà il figlio Peter a dimostrare scientificamente la teoria del padre.

E' noto che il sangue di gruppi diversi non può essere scambiato, l'organismo accetta il sangue estraneo solo se i gruppi sanguigni del ricevente e del donatore sono compatibili altrimenti può avere luogo una reazione di rigetto che, in alcuni casi, potrebbe avere un esito addirittura mortale. Il fatto che un gruppo sanguigno produca anticorpi contro altri gruppi sanguigni è noto da un centinaio di anni.

L'identificazione AB0 permette di individuare 4 tipi diversi di gruppo sanguigno: 0, A, B, AB. Questi "gruppi" vengono detti "sanguigni" in quanto formano i diversi gruppi di persone che possono scambiare il sangue tra di loro senza reazioni avverse.

Per ciascuno dei 4 gruppi sanguigni vengono distinti gli alimenti adatti e benefici, quelli indifferenti e quelli sconsigliati (da limitare o evitare). Gli alimenti "adatti" ad ogni singolo gruppo sanguigno svolgono un ruolo nutrizionale ottimale, assicurando inoltre un'attività antiossidante. Gli alimenti indicati come "indifferenti" svolgono principalmente un ruolo nutrizionale in quanto assicurano al corpo umano il necessario apporto di calorie. Gli alimenti "sconsigliati" vanno limitati o evitati in quanto, contengono sostanze indigeribili per i soggetti di quel determinato gruppo sanguigno.

Uno degli elementi cardine dell'ipotesi sostenuta da Peter D'Adamo è l'intolleranza di ciascuno dei 4 gruppi sanguigni per alcune categorie di alimenti, conseguente alla presenza di lectine.
Ogni gruppo sanguigno ha la capacità di metabolizzare alcune di tali proteine e non altre.
Così quando ingeriamo un cibo contenente lectine incompatibili con il nostro gruppo sanguigno, queste ultime possono provocare fenomeni di agglutinazione nel sangue o precipitare nel contesto di diversi organi-bersaglio.

In tal modo sono stati caratterizzati 4 profili dietetici, per ciascuno dei 4 gruppi sanguigni, consigliando una dieta ideale basata sulla riduzione o eliminazione dei cibi difficili da digerire.

Un'altra scoperta conferma il fatto che esiste realmente una relazione tra alimentazione e gruppo sanguigno: anche determinate sostanze contenute negli alimenti possono far precipitare (agglutinare) le cellule di determinati gruppi sanguigni – e portare quindi a una reazione di rigetto. Responsabili di questa reazione di rigetto sono le lectine, particolari proteine che, per la loro natura, hanno il compito di collegarsi con altri organismi.
Le lectine che arrivano nel corpo attraverso il cibo entrano nella circolazione sanguigna ed iniziano a svolgere immediatamente il loro lavoro. Si dedicano a un organo o addirittura a un intero sistema di organi, come per esempi i reni, il fegato, il cervello o lo stomaco, per agglutinare e distruggere sul posto le cellule del sangue; proprio come se si trattasse di distruggere un intruso. Dato che le stesse lectine risparmiano le cellule degli altri gruppi sanguigni, gli esperti hanno ipotizzato che lo stesso alimento serva alle cellule di un determinato gruppo sanguigno e danneggi invece quelle di un altro tipo di sangue.

Molte lectine presentano caratteristiche simili a quelle degli antigeni dei gruppi sanguigni e si comportano pertanto come nemici per le persone che possiedono anticorpi diretti contro quello specifico antigene.
Il latte per esempio possiede lectine simili all'antigene B: se una persona con sangue di tipo A ne beve un po', il suo sistema immunitario metterà subito in moto i meccanismi di agglutinazione nel tentativo di eliminare l'intruso.
Ciascuna lectina, però, ha le sue predilezioni e quindi gli organi che possono essere colpiti sono diversi. Una volta giunta a destinazione, la lectina esercita un effetto magnetico sulle cellule che la circondano; le attira e favorisce la formazione di microscopici agglomerati che, in un secondo tempo, vengono distrutti.

Le agglutinazioni fanno sì che l'assunzione e la trasformazione degli alimenti non avvenga senza problemi, le conseguenze evidenti di un metabolismo danneggiato sono per esempio i depositi di grasso e la ritenzione idrica (edema) e queste sono la cause meno gravi.
In ultima analisi, anche le infiammazioni della mucosa intestinale, le malattie del fegato o la debolezza renale possono essere ricondotta all'azione delle lectine.

UNA SPERIMENTAZIONE ITALIANA

Il dottor Gerardo Rossi, che da anni utilizza un metodo di cura personalizzato con integrazione alimentare (minerali+vitamine), ha abbinato al suo metodo di cura la dieta del gruppo sanguigno, i risultati sono stati particolarmente evidenti tanto da convincerlo recentemente a scrivere allo stesso Peter D'Adamo, leggiamo...

Gentile Sig. Peter J. D'Adamo,
Le scrivo per complimentarmi per gli ottimi risultati che si ottengono seguendo il regime dietetico da lei ideato e divulgato.
Mi presento: sono Gerardo Rossi, medico-chirurgo specialista in Ortopedia; vivo e lavoro in Italia.
Da circa dieci anni sono direttore scientifico della Mineral Test sas, azienda che si occupa di analisi dei capelli, applicando una lettura ed una metodica di cura originale, molto diversa dalla pratica fino ad oggi utilizzata.
Per cura si intende esclusivamente la somministrazione di minerali e vitamine, con formulazione personalizzata  ed in preparazione galenica. Con il metodo Mineral Test siamo riusciti ad ottenere degli ottimi risultati in varie patologie, principalmente nella eliminazione dei metalli tossici, compreso il mercurio. Una volta raggiunto il riequilibrio degli oligoelementi essenziali e l'eliminazione dei metalli tossici, i Pazienti chiedevano come comportarsi per poter mantenere tale beneficio e, soprattutto, quale tipo di alimentazione adottare.
Dopo vari tentativi insoddisfacenti, abbiamo iniziato a provare con la dieta del gruppo sanguigno e subito i benefici sono parsi evidenti: rapido raggiungimento del peso corporeo ideale ed ulteriore grado di benessere.
L'aspetto a mio avviso più interessante è questo: durante l'integrazione con il metodo Mineral Test si assiste alla remissione di molti sintomi, ma, paradossalmente, ad un peggioramento di alcuni disturbi. Tali disturbi, che possono essere di varia natura (tipo: iperacidità, acne, rinite con ipo od anosmia, etc.), scompaiono rapidamente dopo l'adozione della dieta da Lei ideata.
Nei casi in cui abbiamo fatto adottare la dieta prima del riequilibrio degli oligoelementi essenziali,pur riscontrando degli esiti favorevoli,  non si è avuto lo stesso ottimo risultato ottenuto nei soggetti già trattati con Mineral Test.
A mio avviso una possibile spiegazione è che l'organismo in cui non si ha un buon equilibrio minerale e/o intossicato da metalli pesanti, pur traendo beneficio da una giusta alimentazione, non possa comunque avere un buon metabolismo cellulare. Una volta ristabilito tale equilibrio gli effetti della giusta alimentazione si evidenziano massimamente.
L'effetto paradosso che Le citavo sopra, probabilmente è dovuto al fatto che l'organismo in cattivo equilibrio metabolico non reagisce decisamente quando si introduce cibo non idoneo; è ipo-anergico e quindi i disturbi possono manifestarsi ma in forma lieve.
Una volta ripristinato l'equilibrio degli oligoelementi e dopo aver eliminato i metalli tossici, l'organismo acquista una reattività o vitalità forse mai avuta in precedenza ed è allora che la reazione alla introduzione del cibo non idoneo si fa decisamente più marcata con l'accentuazione dei disturbi.
Sarei onorato di conoscere la Sua opinione su questa mia ipotesi.
Cordiali saluti,
Dott. Gerardo Rossi

Riferimenti e bibliografia essenziale.

- Anita Hefsmann-Kosaris  “La dieta secondo il gruppo sanguigno” – Tecniche Nuove  - 1999
- Peter J. D’Adamo con C. Whitney  “L’alimentazione su misura” – Sperling & Kupfer - 2008

 

http://www.mednat.org/alimentazione/emodieta.htm

http://www.mednat.org/alimentazione/emodieta2.htm

http://www.mednat.org/alimentazione/emodieta3.htm

http://www.dadamo.com/dadamo_cv.htm